Dopo ormai un decennio di politica monetaria ultra espansiva che ha portato a un’era a tassi zero, se non negativi, oggi la situazione risulta profondamente mutata.
Prima il Covid, poi la guerra, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno sovvertito lo scenario e lo hanno fatto piuttosto velocemente.
Dunque per gli investitori solo difficoltà, rendimenti al ribasso, preoccupazioni e disorientamento? Fortunatamente no.
Come succede ogni volta, le crisi portano con se anche opportunità e se fino ad un anno fa i rendimenti dei bond erano pressochè nulli, oggi invece ci confrontiamo con il decennale italiano che ha toccato il 4,80% annuo lordo.
Le obbligazioni sono dunque tornate senza dubbio essere un asset interessante per una robusta diversificazione di portafoglio. Asset che solo fino ad un anno fa mostrava più rischi che valore.
Occorre tuttavia essere, come sempre, estremamente prudenti.
Da un lato i tassi potrebbero continuare ad aumentare; le Banche centrali hanno infatti a loro modo dichiarato guerra all’inflazione, deprimendo dunque ulteriormente i prezzi specie su duration elevate.
Dall’atro lato se l’inflazione media restasse a lungo su livelli elevati ridurrebbe significativamente il rendimento reale dei titoli obbligazionari stessi.
Che fare allora? Le parole chiave in questo momento sono due: “selettività” e “progressività”.
Selettività nel scegliere bond che non solo per emittente ma anche per duration siano coerenti con il profilo di rischio di ciascun investitore ma anche con l’orizzonte temporale degli obiettivi di investimento stessi.
Progressività perché diversificare il timing di acquisto smorzerebbe in parte il rischio di ulteriori perdite di prezzo in caso, probabile, di aumento ulteriore dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.
In conclusione le obbligazioni stanno tornando, ma ancora una volta una attenta pianificazione finanziaria personalizzata risulta il metodo più adatto per sbagliare il meno possibile.