Disponibilità

Lunedì - Venerdì | 8.30 - 19.00

347.2505950

Contattami in via telefonica

Contattami!

Clicca qui per contattarmi via mail

TRASFORMARE UN TASSO VARIABILE IN FISSO…. SI PUO’?

Il tema dei tassi di interesse domina ancora a pieno regime le pianificazioni economiche personali ed aziendali. Il tanto atteso inizio dei tagli è iniziato, almeno in Europa, ma certamente in modo molto più lento di quanto non ci si aspettasse. Chi oggi dovesse valutare un debito bancario si troverebbe di fronte all’annosa scelta tra tasso fisso e variabile. Argomento che abbiamo già avuto modo di approfondire in un passato articolo, non soltanto in chiave economica, ma soprattutto in chiave finanziaria e strategica, partendo necessariamente dalla specifica situazione in cui si trova ogni singola azienda.

In questa sede approcciamo invece ad un concetto differente: le coperture dei tassi. Se sul mercato sono presenti offerte di finanziamento a tasso variabile posso trasformare quel tasso in fisso, mettendomi dunque al riparo da eventuali futuri aumenti? La risposta è si e lo strumento da utilizzare è un derivato.

Non fatevi spaventare dalla parola “derivato”, questi strumenti non sono per definizione tossici o pericolosi anzi, il loro impiego nasce, pensate, a scopi di copertura. Non sono ovviamente mancati utilizzi speculativi, che hanno trasformato questi strumenti in qualche cosa di pericoloso nell’immaginario collettivo, distorcendone di fatto la reale natura. Tornando a noi, è possibile trasformare un tasso variabile in un tasso fisso. Come? Tecnicamente acquistando un IRS, che sta per Interest Rate Swap. Swap significa infatti “scambio” e l’acquisto di tale strumento consente di pagare un tasso fisso e ricevere un flusso variabile. E’ possibile in questo modo trasformare un tasso variabile in fisso ed è possibile anche farlo per tutta la durata del finanziamento o solo per una parte dell’ammortamento previsto. Inoltre è possibile attuare una copertura totale, ovvero su tutto l’ammontare del debito, o parziale ottenendo di fatto una protezione parziale.

Tutto semplice, no? Non esattamente. Nella valutazione se coprire o meno un tasso variabile occorre prendere in considerazione molti elementi, primo su tutti, ovviamente, la reale necessità, ma anche il costo di tale copertura. Inoltre troppo spesso nella valutazione viene sotto stimata l’importanza del valore che il derivato assumerà nel tempo. L’IRS acquistato infatti avrà nel tempo un proprio valore che viene chiamato mark to market. Per dirla in parole semplici il valore sul mercato del derivato se lo si volesse chiudere prima della naturale scadenza. Il MTM di un IRS potrebbe diventare anche negativo nel caso in cui i tassi si muovessero in senso opposto, ovvero se scendessero. Questo rappresenterebbe un costo da sostenere nel caso si decidesse di chiudere l’operazione prima della naturale scadenza. Tale importo potrebbe anche essere piuttosto elevato e dunque incidere notevolmente sul costo complessivo dell’operazione.

Ben vengano strumenti specifici per trasformare tassi variabili in fissi (irs), fissare dei valori massimi di tasso (cap), dei valori minimi (floor) o anche corridoi entro i quali questo debba oscillare (collar), ma occorre valutare con estrema attenzione ogni aspetto, non soltanto i costi di acquisto ma anche le dinamiche in ottica prospettica.